Il dollaro . Ci sono forti pressioni internazionali dai paesi produttori di petrolio - le cui valute sono legate al dollaro - alla Cina , perchè gli USA lo facciano risalire . Dall'altro lato Bernanke lancia segnali di preoccupazione sull'inflazione , che possono fare preludere ad un aumento dei tassi di interesse e quindi ad una rivalutazione del dollaro . Poi giungono segnali sull'andamento della disoccupazione ( probabilmente troppo enfatizzati ) e quindi il dollaro viene di nuovo previsto in discesa . Un segnale positivo (altrettanto insignificante come il precedente ) sull'andamento delle vendite di appartamenti in USA viene invece trascurato .
Il petrolio . E' stata ormai creata una correlazione diretta tra le sue quotazioni ed il dollaro : se il dollaro cala il petrolio sale . Correlazione alquanto discutibile , se si guarda l'andamento delle quotazioni di entrambi da sei mesi ad ora . Anche in questo caso arriva un segnale forte : le affermazioni dei paesi del golfo di voler fare di tutto perchè le quotazioni del petrolio assumano quotazioni più consone alla realtà e l'impegno ad aumentare la produzione , facendo osservare che il numero di barili scambiati sui future è enormemente maggiore del numero commerciato fisicamente (la speculazione finanziaria c'entra qualcosa ?) . Se a questo si aggiungono le affermazioni di cui sopra cosa dovrebbe succedere ? Petrolio in discesa e dollaro in salita o no ?
La congiuntura . I paesi in via di sviluppo stanno ancora crescendo molto , anche se con inflazione elevata . Sia l'Europa che gli USA , in termini reali , non stanno dando segnali di recessione . Eppure vengono diffuse notizie su futuri disastri che fanno calare precipitosamente alcune azioni . Però , siccome ci sono previsioni di aumento dei tassi in USA ( a cui però nessuno ha creduto quando si tratta del dollaro ) , le azioni calano . Inoltre il petrolio si impenna perchè le richieste sono ancora elevate sia dai Paesi come la Cina e negli USA le scorte sono calate (ma non c'è la crisi ?).
Una cosa certa . Ci sono ancora fortissimi sospetti che le sorprese sul fronte finanziario non siano finite . I credit default swaps e i monolines sembrano destare tante preoccupazioni , se è vero 17 banche si sono accordate per fare fronte ad eventuali inadempienze di un market maker per i CDS , e che Citi , Merrill e UBS vengono indicate come potenziali vittime di 10 miliardi di dollari di perdite .
A fronte di queste verità dette e non dette , di intenzioni politiche affermate ma non suffragate dai fatti , il dubbio è atroce e la speculazione impazza . Forse la cosa migliore è rimanere ai fatti : le vendite , i profitti , la redditività .
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