sabato 31 maggio 2008

Economist - Societe Generale

SocGen potrebbe diventare un buon target ? Vedremo .

Financial Times - Fondi sovrani

I soldi ci sono , e si muovono in direzioni impreviste .

martedì 27 maggio 2008

Bloomberg ed il valore delle azioni euopee

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Luci ed ombre sulle azioni europee che in teoria sono molto sottovalutate rispetto alle americane

lunedì 26 maggio 2008

Wall Street Journal - Intercettazioni

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Tutto il mondo è paese : anche in Germania ci sono spionaggi telefonici....

Financial Times - Nuova propensione al rischio

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A giocare con gli indicatori ci si può divertire molto : ad esempio alcuni sostengono (supportati da dati a posteriori , che come sappiamo , non è detto siano utili per il futuro) che quando quel VIX di cui si parla raggiunge livelli troppo euforici bisogna vendere .
Cosa fare ? Aspettare......

Yahoo - Morningstar

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Anche un'altra fonte qualificata come Morningstar ripete quello già detto da altri.
Effettivamente alcune aziende che operano sulle materie prime sono cresciute molto ed arrivate a quei P/E di cui si parla , ma altre no : abbiamo tempo fino fine giugno per fare le nostre verifiche .

domenica 25 maggio 2008

Integrazione a strategie di investimento (6)

Ho dimenticato di citare la piazza di Londra . 
L'indice tra cui cercare possibili candidati è FTSE100. 
Come ho già detto a qualcuno : entro fine mese faremo dei nomi tra i quali scegliere , ognuno secondo i suoi gusti ed inclinazioni.

Financial Times

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Forte decelerazione dei servizi , tasso di inflazione previsto raggiungere il 4% nei prossimi mesi , il purchasing managers index ha raggiunto 51,1 contro il 51,9 del mese precedente ( ma ancora sopra 50 ) .
Ancora forti dubbi che il tasso della BCE possa scendere sotto il 4% prima di fine anno.

Wall Street Journal

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Interessanti le news sulla discesa dei prezzi delle case , sulla caccia ai dollari d'argento , sulle previsioni al ribasso della crescita economica degli USA e sul calo della domanda di auto che è scesa al livello degli anni 90

sabato 24 maggio 2008

Bloomberg e Generali

E' interessante il modo con il quale le Generali vengono "presentate" all'estero .....
Ed anche come le statistiche siano il modo più scientifico per dire .... cosa ?
Qui viene detto che rispetto ai suoi maggiori concorrenti Generali ha fatto meglio nell'ultimo anno , ma ha fatto peggio negli ultimi tre .

Yahoo banche e H-T

Interessante vedere quanto abbiano perso le banche in US .
Riusciranno le H-T a prendere la leadership ?
Le banche sono grandissimi acquirenti di tecnologia.....

venerdì 23 maggio 2008

Commento Bloomberg

E' interessante x diversi motivi : dà la misura delle performance maturate da specialisti , delle percentuali dedicate all'azionario , e del fatto che i grandi investitori avevano ridotto l'esposizione sull'azionario a fine marzo , ma stanno risalendo 

mercoledì 21 maggio 2008

Costruzione di fogli excel per la scelta(1)

Forse qualcuno ha provato a creare il suo foglio excel .
Io faccio una premessa : ho già 30 azioni ed investo ogni 2 mesi ( salvo eccezioni ) . Investo solo in Europa ed USA ed utilizzo fondi ed ETF per azioni Asia e Paesi Emergenti e per le materie prime .
La prossima data per i miei investimenti in azioni è verso i primi di luglio . 
Le performance del mio portafoglio azionario ai primi di maggio erano negative dell'8, 46 % , contro -11,85 % di DJEUROSTOXX50 , - 9,73 % di S&P500 , -11,96 % di DJEURO Select Dividend 30 ; per amore di precisione bisognerebbe tenere conto dei dividendi che ho incassato da inizio anno - che migliorerebbero le performance - e della svalutazione del dollaro , che renderebbe il calo dello S&P500 molto più forte .
Ho quindi quasi un mese di tempo ( ed anche voi ) per riflettere su cosa comprare .
Secondo la mia esperienza passata  , i criteri migliori per scegliere sono il ROA ed il ROE  o indicatori "composti" come il PE/ROA o il PE/ROE . Il rendimento può essere un utile complemento , ma la prima scelta è fatta in base a quei parametri . Per essere ancora più specifico : io preferisco il ROA , ma guardo anche il ROE  per non escludere completamente dal mio portafoglio i servizi finanziari  e le utilities : preferisco avere un portafoglio con un minimo di bilanciamento .
Di conseguenza io ho 6 fogli excel : 
- azioni EURO ed ordinato per ROA , 
- EURO ma x ROE ,
- Europa non EURO x ROA
- Europa non EURO x ROE
- USA x ROA
- USA x ROE .
In tutto seguo circa 150 azioni. 

martedì 20 maggio 2008

Criteri di scelta

Qualche hanno fa ho effettuato uno studio sull ' andamento del Mibtel e delle azioni componenti l'indice. 
Ho preso i valori ad inizio ed a fine 2003 di tutte le azioni e dell'indice. Per tutti i titoli ho calcolato la performance dell'anno rispetto al Mibtel , facendo un rapporto tra il tasso di crescita del prezzo della singola azione nell'anno 2003 rispetto al tasso di crescita dell'indice nello stesso anno.
Per ogni azione ho riportato i dati di bilancio e di conto economico ed ho calcolato alcuni indicatori : il tasso di crescita del fatturato , il ROE , il Cash Flow ROI (CFROI = rapporto tra Net Cash Flow ed il totale del capitale investito ) .
Ho poi messo in correlazione le prestazioni  annuali di ogni titolo rispetto al Mibtel con le performance di ogni azienda rappresentate dai 3 indicatori prima citati. 
Per il totale del campione ( 170 aziende ) i risultati sono stati i seguenti : buona correlazione tra ROE e prestazioni , altrettanto buona per Crescita del fatturato e prestazioni , nessuna correlazione tra  CFROI  e prestazioni . Ho anche provato a cercare un correlazione multipla tra le variabili , cioè correlando a due a due le tre variabili con le prestazioni : correlazione moderatamente positiva con ROE+Crescita e ROE+CFROI , negativa con CFROI+Crescita .
Ho poi fatto una ultima verifica con le 30 aziende del paniere più grandi per fatturato , correlando ancora una volta le prestazioni annuali con i tre indicatori : la qualità della correlazione è leggermente migliorata per ROE e Crescita , mentre non è cambiata per il CFROI .

sabato 17 maggio 2008

strategie di investimento (8) Le scelte

Leggere i post precedenti prima di leggere questo.
Per favore fatemi avere dei vostri commenti , anche lapidari.

Mentre predisponiamo i file excel con i dati che dobbiamo raccogliere , riprendiamo le riflessioni su come scegliere i titoli .
Abbiamo visto in precedenza i metodi utilizzati da alcuni specialisti . Per quanto ci riguarda , dobbiamo scegliere un metodo che sia sufficientemente semplice e che potrebbe basarsi , come già preannunciato , sul rendimento , sul P/E , su ROE , sul ROA , che sono meno precisi di quelli di Greenblatt ed altri , ma più facili da trovare . Questi parametri potrebbero essere utilizzati singolarmente o in combinazione tra di loro .
Recentemente ho effettuato un test sui tre principali panieri di titoli di cui abbiamo parlato -DJIndustrial , Eurostoxx50 , S&PMIB - prendendo le loro quotazioni a fine 2006  e fine 2007 , e rilevando , sempre a fine 2006  , i seguenti parametri : rendimento , P/E , P/E diviso ROE , ROE . 
Poi mi sono comportato come de dovessi scegliere le azioni da acquistare a fine 2006 . Per ogni paniere ho ordinato i titoli per rendimento decrescente , per P/E crescente , per PE/ROE crescente , per ROE decrescente ; per ognuno di questi casi ho preso i primi 10 titoli della lista ed ho calcolato quanto avrei guadagnato (o perso) in media comperando le azioni alla fine 2006 e rivendendole alla fine 2007 . Infine ho comparato questi risultati con il guadagno (o la perdita) medio che avrei avuto comprando tutti i titoli di ogni paniere .
Il parametro che ha dato il maggiore guadagno sulla media di ogni paniere in 2 casi su 3 è stato il ROE , nell'altro caso il migliore è stato il P/E ma il secondo è stato ancora il ROE .

Meditate , ed intanto mandatemi un feedback ........

mercoledì 14 maggio 2008

Strategie di investimento (7)

Conviene leggere questo post dopo avere letto i precedenti.

Prima di tutto un chiarimento : il rapporto P/E su ROE deve essere minore di 1,5 .

Poi alcuni  suggerimenti sulle fonti : la fonte più semplice dove trovare  tutti i dati che ci servono per EUROSTOXX50 , S&PMIB e DJ Industrial è Borsa e Finanza , un settimanale che esce il sabato . A questo si può aggiungere Yahoo finance per i dati europei e Google finance per i dati americani. In più Google finance ci fornisce i ROA ed i ROE con i loro aggiornamenti dopo le trimestrali e , per i titoli USA , anche il P/E previsto per l'esercizio sociale in corso .

Vi do un poco di tempo per digerire le informazioni e preparare i file EXCEL . Suggerisco di prepararne 3 se volete operare a portafoglio completo ; 1 per EURO , 1 per EUROPA non EURO ed 1 USA .
Per ogni riga mettete : il nome , il valore della azione , il dividendo , il rendimento , l'utile per azione , il P/E , l'utile per azione previsto per l'anno corrente (nel caso di Yahoo lo trvate per ogni azione nelle stime degli analisti ) , il P/E conseguente (Google vi darà direttamente il FP/E), il ROE , il ROE aggiornato con l'ultima trimestrale (ROE TTM) , il ROA , il ROA che tiene conto dell'ultima trimestrale  ( ROA TTM) .

Cominciate a divertirvi ....... 

Nei prossimi giorni definiremo un criterio di selezione che ci consenta di mettere un ordine nelle scelte.


martedì 13 maggio 2008

strategie di investimento (6)

Conviene leggere questo post dopo avere leggere i precedenti.

Nel post precedente abbiamo delineato una possibile scelta di strategia e lasciato alcune alternative su altre . In attesa di vedere le risposte al sondaggio che esposto in alto a sinistra ricordiamo che ognuno può comunque fare le sue scelte . Ad esempio : possiamo decidere di tenere tutto l'investimento nella zona EURO , così non dobbiamo fare quelle operazioni che ho descritto , possiamo fare un mix di azioni ad elevata capitalizzazione ed a bassa capitalizzazione , ecc.

Cio' premesso , cerchiamo le fonti per ognuno dei nostri obbiettivi . 
EURONEXT definisce large cap le quotate con più di 1 bn € di capitale : sono 308 e sono quotate a Parigi , Bruxelles , Amsterdam , Lisbona . Se vogliamo semplificare la ricerca possiamo andare sui siti delle singole borse e prendere l'elenco dei titoli a più elevata capitalizzazione : CAC40 , BEL20 , AEX , PSI20 .
DAX ha solo 30 aziende in lista , tutte tedesche e la loro capitalizzazione minima è molto maggiore .
S&PMIB ha 40 aziende in lista , tutte italiane , ed anche qui la capitalizzazione minima è maggiore di 1 bn € . In Italia si possono negoziare sul mercato MTA della Borsa anche 36 titoli europei ad elevata capitalizzazione ( minimo 18 bn € ) che fanno parte degli indici ad elevata capitalizzazione di cui abbiamo parlato prima o di cui parleremo subito dopo ; su questo mercato il numero delle azioni trattato è minore , per cui possono esserci delle piccole variazioni di prezzo rispetto alla borsa principale che tratta il titolo , ma questo può non essere un inconveniente , ad es. nel caso Nokia potremmo doverla comprare ad Helsinki e quindi via telefono pagando commissioni più elevate rispetto a quello che pagheremmo operando via internet sul MTA .
EUROSTOXX50 , che comprende le imprese dell'area EURO a più elevata capitalizzazione  che sono sicuramente già comprese negli elenchi precedenti , ed è una "summa" delle stesse per quanto riguarda le aziende maggiori.
Il sito Magic Formula Investing Europe è ancora in costruzione . Però c'è un blogger che ci ha lavorato utilizzando come base EURONEXT ; lo potete trovare a www.investingeuro.blogspot.com oppure cercando "europa magic formula investing" : troverete sia questo blog che altri commenti che , se siete curiosi , potrete leggere.
Adesso andiamo sul sito www.stoxx.com e cerchiamo la lista "select dividend  30" DJEURO e
creiamo un foglio Excel in cui riportare i titoli che sceglieremo tra tutti gli elenchi .
Se vogliamo essere prudenti prendiamo quelli di DJEUROSTOXX  Select Dividend 30 , aggiungiamo quelli di EUROSTOXX50 che non sono già compresi , aggiungiamo quelli dell'S&PMIB e magari qualcuno del blogger . Per non aggiungerne tanti  dobbiamo scegliere qualche parametro selettivo che ci sia possibile trovare su qualche pubblicazione o sito , ad es. il rendimento -che possiamo fissare al 3 o 3,5 %-  e/o il P/E diviso ROE , che possiamo fissare a 1,5  ( se ci sono problemi sulle fonti ne posso fornire qualcuna ) e/o la capitalizzazione , che potremmo fissare a 5 bn € .
Alla prossima....

lunedì 12 maggio 2008

strategie di investimento (5)

Conviene leggere questo dopo avere letto i precedenti.

Partiamo ora a costruire il nostro portafoglio dopo avere definito le strategie di base .
Destiniamo a liquidità : Pronti / termine , fondi liquidità , ecc quanto basta per essere sicuri che non avremo bisogno , nei prossimi 3-5 anni .
Supponiamo ( per comodità ) di investire 600.000 € (ognuno metta la cifra che vuole ) , di dividere gli investimenti per il 60 % sull'area EURO , 20 % sull'Europa non EURO , 20 % sugli USA . Sui Paesi Emergenti investiamo , se vogliamo , altri 100.000 € ma in un ETF o un Fondo che replichi gli indici .
Decidiamo che investiremo ogni 2 mesi : questo implica 3 azioni EURO , 1 EUROZONE , 1 USA.

Per l'Europa .
Dove andiamo a cercare i titoli :
- se vogliamo azioni molto capitalizzate : EUROSTOXX 50 , DAX , S&PMIB , EURONEXT
- se meno capitalizzate : DJ600 o Magic Formula Investing per l'Europa (un adattamento del sito americano di Greenblatt o altre fonti che si basano sulla stessa formula)
- se con un dividendo elevato . Mettiamo in ordine di dividend yield quelle scelte prima ed aggiungiamo quelle di EUROSTOXX Select Dividend 3o e di DJSTOXX30 .
- se con indebitamento elevato oppure no . Decidiamo se prendiamo solo quelle con Debt/Equity minore di 50 %

Per gli USA :
- DJ Industrial 
- S&P500 o Magic Formula Investing 
- DJAmerica Select Dividend 40

Decidiamo i parametri di scelta: P/E con un massimo prestabilito (10 - 15 - 20 ) , ROA o ROE , e se vogliamo un livello minimo di dividend yield (3,5 %) .

Siamo quasi pronti.....

Ristrutturazioni finanziarie

Sotto questo titolo comprendiamo tutti quei casi che conducono le imprese ad operazioni di finanza straordinaria : crisi economica o finanziaria , acquisizioni , fusioni , vendite , grandi investimenti .

Sarebbe bello poter parlare di casi concreti , cioè avere imprenditori , manager o professionisti che volessero esporre un caso che conoscono o stanno vivendo per poterne discutere . 

Per lanciare una prima discussione .
Pensando alle esperienze vissute in aziende in crisi mi viene in mente un caso in cui eravamo la quarta società di consulenza chiamata al capezzale di una società che abbiamo risanato e rilanciato .  Non voglio parlarne , ma ricordare alcune caratteristiche distintive che , dopo pochi giorni che eravamo entrati , ci avevano fatto capire che ci trovavamo in una azienda con mentalità perdente .
La colpa non è nostra . Non veniva detto in questo modo , ma il concetto era equivalente . I clienti , i concorrenti , i fornitori , i sindacati , ecc. sono sempre i veri colpevoli della situazione per le imprese di questo tipo .
Da noi non è possibile . Questo invece veniva detto più o meno esplicitamente . Appena vengono citati casi in cui ha funzionato una soluzione di cui si sta parlando , queste imprese tendono ad escludere che possa funzionare da loro.
Possiamo risolvere tutto senza fare sacrifici . In quale modo ? Facciamo un budget o delle previsioni in cui , magari aumentando le spese , facciamo vedere che le vendite aumentano per cui la situazione migliora e non c'è bisogno di altro ; purtroppo dopo qualche mese le vendite non sono aumentate , la situazione è peggiorata e si prepara no nuovi budget o previsioni ottimistiche per la prossima scadenza. Quando provi a dire che prima bisogna ridurre i costi e gli asset impiegati ( ed intanto studiare come aumentare le vendite ) ti guardano come se fossi un marziano ed alcune volte ti dicono esplicitamente : ma provi a farlo Lei !

domenica 11 maggio 2008

Strategie di investimento (4)

Stiamo dicendo che , per un investitore "dilettante" , è più consigliabile investire in azioni meno speculative e più solide in modo da non essere colto dal panico anche se queste scendono, come abbiamo visto prima ,   di 2/3. Le definizioni di azioni meno speculative e più solide si sprecano , e vanno dalla rilevazione della loro volatilità , al loro rapporto debt/equity , alla costanza della propria redditività , ecc : internet è prodiga di definizioni ed informazioni .
Guardando ai rendimenti passati di alcuni portafogli o indici possiamo concludere che le azioni con dividendi elevati e costanti /crescenti forniscono una utile indicazione  per la scelta perchè conferiscono un ulteriore aspetto rassicurante al solito azionista ansioso : male che vada avrà un rendimento dal suo investimento. Una avvertenza : non tutti i Paesi hanno lo stesso trattamento fiscale sui dividendi ; i Paesi scandinavi , la Svizzera e la Francia hanno trattenute molto  più elevate di UK , USA , Irlanda , Belgio e Olanda . 
Dall'altro lato va fatto notare che le aziende che remunerano molto gli azionisti , talvolta lo fanno per dare maggiore attrattività ad una azione che ha delle debolezze : potrebbe essere molto indebitata , avere una redditività a malapena sufficiente per la distribuzione dei dividendi , avere scarse prospettive a breve ; quindi un elevato dividend yield non può essere un elemento fortemente discriminante nella scelta.
Un altro elemento importante è la redditività dell'azienda . Sia Haugen che Greenblatt hanno comunque dimostrato che questo requisito ha una elevata correlazione con i risultati a lungo termine . Greenblatt parla di ritorno sul capitale per il funzionamento o , nella versione per investitore "fai da te " , di ROA . Haugen ha effettuato un test su dieci anni a cavallo del 2005 utilizzando un modello a due variabili inserendo il margine di profitto invece del ROA ed ha ottenuto un ritorno medio del 19 % contro una performance del 24,5 % del suo modello , che è molto più complesso e comunque non utilizzabile dal comune investitore. La scelta dell'indicatore è fondamentale : se usiamo il ROA escludiamo la maggior parte delle utilities e delle istituzioni finanziarie , cosa che non avviene se ad esempio usiamo il ROE o altri indicatori di redditività . Questa è una scelta difficile : dimentichiamo per un momento la attuale congiuntura particolarmente negativa per le banche e le società finanziarie in generale , e scopriremo che molte delle società che fino ad ieri hanno distribuito i dividendi più elevati sono le società finanziarie e le utilities .
Potremmo ancora riprendere quel commento relativo alla entità della redditività congiunta ad un P/E basso .  Le imprese con una minore capitalizzazione di borsa hanno maggiori probabilità di rispondere a quei requisiti ; se si usa ad esempio il metodo Greenblatt e si dà uno sguardo alle imprese selezionate si ha una conferma lampante di questa affermazione . Le imprese più piccole hanno molti pregi : uno fra tutti è la possibilità che diventino target di acquisizione  e , se questo avviene in un vero mercato finanziario , possono quindi vedere crescere il prezzo delle proprie azioni , a tutto vantaggio anche degli azionisti di minoranza . Un difetto delle imprese piccole è che il prezzo può essere molto più variabile e si hanno molte meno informazioni sulle stesse . 
Ancora una considerazione sui parametri che possono essere utilizzati per la scelta delle azioni da acquistare . In genere si fa riferimento a dati relativi all'anno precedente : nel P/E si considera il prezzo attuale ma l'utile per azione dell'ultimo bilancio annuale , nel ROA o ROE si fa riferimento ai bilanci dell'anno precedente . Se questo può essere plausibile se si decide l'acquisto nel secondo o terzo trimestre dell'anno solare , è ancora accettabile se questo avviene nel quarto trimestre dell'anno solare o nel primo dell'anno successivo ? Oppure è meglio cercare le previsioni di chiusura del prossimo bilancio ? Alcuni analisti e operatori propendono per la prima soluzione , altri per la seconda , e noi ?
Se vogliamo inserire un altro criterio possiamo usare la durata della quotazione in Borsa . E' frequente trovare imprese quotate da poco che , per una serie di motivi , hanno fluttuazioni fortissime delle quotazioni ; se non supportato da una lunga storia di quotazione in borsa il nostro ansioso azionista avrebbe un elemento in meno a cui aggrapparsi per prendere una decisione razionale .
Possiamo quindi dire che abbiamo identificato diversi criteri con cui scegliere un portafoglio ed anche una strategia di investimento : 
a) destinare un ammontare prestabilito ad es. 100.000 €  ; teniamo conto che per ogni transazione si pagano spese , e che per ogni dividendo che viene distribuito si pagano spese che sono in alcuni casi fisse . Questo ci deve portare a stabilire quale è l'ammontare minimo che dobbiamo investire per ogni azione : supponiamo 20 azioni per 5.000 EURO ciascuna.
b) dividere in bimestri o trimestri l'investimento e , per ogni periodo , acquistare azioni di un numero prestabilito delle migliori tra le azioni che corrispondono ai criteri scelti . Se le azioni sono 20 e investiamo ogni trimestre , ne comperiamo 5 spendendo per ognuna 5.000 € . Qui la scelta è il momento difficile , e va integrata con un minimo di analisi grafica  : è meglio scegliere quella azione che ha i parametri migliori ma da un punto di vista grafico è ai massimi annuali o un'altra che ha parametri ancora interessanti , ma è intorno ai minimi dell'anno ?Ogni opinione è bene accetta.....
c) decidere in quale ambito geografico ed economico andare a scegliere le azioni . Investiamo tutto in Italia , o diversifichiamo per aree geografiche ? Quanto destiniamo per ogni area geografica ? Vogliamo un portafoglio con una diversificazione per settori industriali in modo da vedere rappresentate farmaceutiche , chimiche , meccaniche , oil , ecc. ? Anche in questo caso è una scelta collegata alla propensione al rischio : se scegliamo di destinare un ammontare rilevante dell'investimento agli emerging markets dobbiamo sapere che potremo avere alti ritorni con rischi maggiori ; se scegliamo - anche guidati dai nostri criteri di scelta - di focalizzare molte delle nostre risorse su un solo settore sappiamo di conseguenza che se la congiuntura non cambia possiamo guadagnare molto più di altri , ma siamo sovraesposti al rischio di cambio congiunturale .
d) se abbiamo deciso di investire in aree geografiche diverse possiamo trovarci esposti al rischio di cambio : vogliamo decidere come affrontarlo ? Evitiamo l'ipotesi che non ci preoccupi,  in questo caso non serve avere una strategia . Altrimenti potremmo avere alcune opzioni aperte .  La prima e più semplice può essere quella di coprirci ogni volta che facciamo una operazione  : se compriamo una azione USA spendendo 8.000 USD  nello stesso momento vendiamo 8.000 USD scadenza 1 anno (quando probabilmente rivenderemo l'azione ) ; questa strategia richiede che il nostro intermediario ci consenta di vendere valuta allo scoperto ed ha un suo costo per ogni operazione di acquisto/vendita . La seconda può consistere nella creazione di conti correnti nelle diverse valute in cui vogliamo operare depositando su ognuno di questi l'importo predefinito che abbiamo deciso di investire in quella valuta : potremo sempre decidere di convertire l'importo in EURO se dovessimo rilevare da un punto di vista grafico che è arrivato dei valori molto convenienti; questa strategia si prende a priori un rischio di cambio , ma poi consente di non pensarci più fino a quando non si verifichino condizioni particolarmente favorevoli per una conversione in EURO . 
Un ultimo punto : siamo proprio costretti a vendere dopo un anno ? Non potremmo stabilire qualche criterio per decidere chiudere la posizione anche prima della scadenza prestabilita ?

sabato 10 maggio 2008

Divagazioni su un articolo di Sartori sul Corriere della Sera

Il prof. Sartori , in un articolo titolato "Il fattore incompetenza" , sostiene che i ministri appena nominati nel governo Berlusconi , nella loro stragrande maggioranza , sono degli incompetenti e chiede a Berlusconi come mai applica all' azienda Italia dei criteri di reclutamento che mai applicherebbe alle proprie aziende .
Lasciamo a Berlusconi la propria difesa e cogliamo l'occasione per fare alcune riflessioni che si applicano sia alla politica che alle aziende .
Innanzitutto è risaputo che le competenze tecniche dovrebbero essere apportate dai dipendenti pubblici , a partire dall'impiegato per finire al direttore . Se poi non ci sono competenze non si può certo pensare che un uomo solo al comando possa risolvere il problema . Il punto importante è trovare le competenze e valorizzarle e , per esperienza , posso testimoniare che più il politico (ma potrei dire il manager , nel caso di aziende ) è bravo più riesce ad ottenere il massimo dai suoi uomini.
Vi è poi da capire come si determina se una persona è competente . Nel nome della competenza,  certificata magari dal fatto di essere professore in quella materia , ho visto alcuni fare bene e molti fare male . In molti casi la ragione non stava nella strategia prescelta , ma la totale inesperienza nel gestire le organizzazioni , la loro motivazione , il loro consenso ; in altre parole avere competenza nel fare succedere le cose . Questo è un aspetto critico delle organizzazioni italiane in generale , ma che nel pubblico assume livelli parossistici . Nella lunga esperienza di aziende multinazionali con sedi in Italia , mi è capitato molte volte di partecipare a Board europei in cui si esaminavano i risultati Paese per Paese : il più delle volte il Paese in difficoltà era l'Italia perchè fissava obbiettivi che già a priori sapeva essere difficili da realizzare , ma più che altro perchè non faceva piani dettagliati di attuazione o , se li faceva , non li monitorava o comunque si occupava di tutto tranne che fare succedere quello che aveva promesso . Per usare un paradosso : sarei più tranquillo , al posto del Prof . Sartori , se sapessi che i ministri sono tutti ingegneri con competenze sulla gestione del cambiamento e dei programmi a medio lungo termine !
In ultimo c'è una considerazione economica da fare , così torniamo ad un campo che ci compete di più . Se proviamo a guardare la redditività delle imprese multinazionali e ci informiamo sul come sono gestite quelle più redditizie , scopriamo che in molte di queste il personale con più elevato potenziale viene spostato ogni due- tre anni a nuovo incarico nel quale , il più delle volte non ha nessuna competenza , eppure gli viene richiesto di gestire un team di persone più competenti di lui sul tema . Non voglio dire che ogni due anni Berlusconi debba fare ruotare tutti i ministri , però c'è da meditare , no ?

Strategie di investimento (3)

Per la selezione di aziende value o growth a prezzi convenienti , tali da generare ritorni elevati e superiori ai portafogli che prima abbiamo evidenziati , abbiamo a disposizione diverse metodologie . 
Nessuna di queste mette del tutto in evidenza i parametri che usa , come li usa (ad esempio quale peso dà a ciascuno di questi parametri nella scelta delle azioni da acquistare). Ormai sappiamo che i parametri sono quelli di cui abbiamo parlato nelle Strategie di investimento 1 , a cui potremmo aggiungere il ROE oppure il ROA , il P/CF (price to cash flow) , il margine % , ecc.  
Uno dei maggiori specialisti è Haugen che utilizza addirittura circa 70 parametri . Un altro molto noto negli ultimi tempi è Greenblatt che si posiziona all'opposto nella scala selezionando solo 2 parametri : la sua notorietà è dovuta alla pubblicazione di un suo libro "A little book that beats the market" che è stato recentemente tradotto in italiano . Entrambi , come altri , dichiarano di ottenere ed avere ottenuto performance eccellenti e decisamente superiori agli indici di mercato . 
E' interessante notare che per Greenblatt è stato aperto un dibattito e sono state avviate molteplici ricerche per capire se sia dimostrabile quanto lui afferma . Su queste ricerche andrebbe fatta una considerazione preliminare : è sempre difficile per un concorrente (sia esso un professore o un altro fornitore di servizi) parlare bene di un altro . A titolo di esempio : tra il 1996 ed il 2002 Greenblatt sostiene di avere avuto un ritorno annuo del 16,4 % contro un circa 6% dello S&P500 , mentre Haugen lo ha ricalcolato al 10 % e sostiene che con la sua formula ha avuto un ritorno del 17 % .
Ciò premesso , vi sono diverse osservazioni molto serie e fondate sulle banche dati utilizzate , il loro costo per il comune mortale , il trattamento delle aziende fallite , il contenuto dei componenti dei due fattori presi in esame da Greenblatt , ecc . che fanno pensare che la soluzione a tutti i dolori di un comune risparmiatore sia stata trovata (come lo stesso autore ad un certo punto dichiara nel suo libro). 
Va anche detto che lo stesso Greenblatt nel suo libro dà alcuni suggerimenti al comune mortale che volesse fare da sè , ed individua due parametri su cui fare leva : il P/E ed il ROA . E va aggiunto che esistono dei siti sia per le azioni USA che per quelle EURO che mettono in ordine alfabetico le imprese migliori secondo le sue formule .
Nel primo caso , deciso che si vuole investire 100.000 € in 20 azioni , si tratta di selezionare ogni trimestre 5 azioni che hanno il P/E più basso ed il ROA più alto , tenerle in portafoglio per un anno e poi rivenderle ; con alcune avvertenze che gli interessati potranno trovare sul suo libro . Nel secondo caso bisogna selezionare le imprese a proprio piacimento e , come nel primo caso , rivenderle dopo un anno .
Chi vuole divertirsi con questi parametri può cercare in rete i diversi tentativi di altri "dilettanti" e controllare se le soddisfazioni sono state poche o molte . In effetti va detto che il tempo passato fino ad ora dall'avvio di test "indipendenti" è breve e quindi i risultati attuali potrebbero non essere significativi .
Va anche fatto rilevare che con questo sistema è probabile che gli istituti finanziari , le utilities e le grandi aziende vengano escluse ; le prime due categorie vengono estromesse a priori da  Greenblatt (ma lo sarebbero anche di fatto per il ROA) , per le terze basta guardare sui data base disponibili per rendersi conto che il numero di quelle che supera il 20% di ROA (suggerito da Greenblatt ) è veramente scarso , se si vuole anche un P/E basso . 
Una attesa fideistica in queste formule va quindi evitata e forse va ricercato un mix tra approcci come questi , supportati dalla analisi fondamentale , con la analisi grafica , che potrebbe aiutare a scegliere i momenti giusti per acquistare o vendere un titolo . Ad esempio si potrebbe controllare cosa potrebbe accadere se non ci attenesse strettamente al durata di mantenimento di ogni singolo titolo e si potrebbero testare diverse formule per trovare il mix giusto tra due fattori tipo P/E e ROA : è infatti quasi impossibile che l'azione con il P/E più basso abbia anche il ROA più alto.

venerdì 9 maggio 2008

Strategie di investimento (2)

Se vogliamo seguire una logica di portafoglio abbiamo anche in questo caso molti consiglieri che ci danno indicazioni .
Alcuni portafogli raccomandati : 
a) Dogs of Dow (il capostipite) e i suoi cloni (Dogs of Euronext , Dogs of Dax , Dogs of S&PMIB , ecc. . In pratica si acquistano i titoli dell'indice (Dow , Euronext , ecc ) che nell'anno passato hanno dato i rendimenti maggiori (dividendo /prezzo dell'azione) .
b) Una variante al primo la si crea scegliendo , tra i primi 20 titoli così selezionati , i 10 con il prezzo unitario minore .
c) Una variante ulteriore è costituita dagli indici Select Dividend di STOXX : loro scelgono i titoli che hanno dato dividendi elevati e regolari negli anni precedenti. E sono divisi per zone: Asia , USA , Europa , Europa solo Euro , Paesi Nordici europei , ecc. Molti di questi indici fanno da base a diversi ETF che quindi possono essere acquistati replicando alla pari il portafoglio .
A questi portafogli , che possiamo tutti collegare alle strategie "Value" potremmo affiancare quelli che potrebbero caratterizzarsi come collegati alle strategie "Growth" . Anche in questo caso , ad esempio possiamo trovare portafogli presso STOXX .
Se i risultati storici significano qualcosa ( e non è sempre detto ) potremmo vedere che i portafogli Select Dividend  e Growth di STOXX , per la stessa area geografica (Europa area EURO) hanno dato i seguenti risultati :
a) 1 anno . Tutti negativi intorno al 20% con i growth però meno negativi dei value (-18% contro - 21% )
b) 3 anni . I value sono cresciuti intorno al 40 % mentre i growth intorno al 20%
c) 5 anni . I value crescono del 110 % , i growth del 75 % .
Quindi i portafogli value sembrano preferibili ai growth ; quel dato relativo all'ultimo anno ci fa però ricordare che nei portafogli value hanno peso gli istituti finanziari che sono generalmente quelli più prodighi di dividendi . Teniamo conto che nell'ultimo anno l'indice DJEUROSTOXX50 che comprende le 50 imprese più capitalizzate dell'area EURO è sceso del 14 % e quindi ha battuto entrambe le strategie.... 
C'è da chiedersi come mai i "growth" , che comprendono aziende che crescono molto e che quindi in teoria dovrebbero crescere anche parecchio di valore , non riescano a dare risultati migliori dei value : una risposta semplice è che queste aziende hanno già compresa nel prezzo la futura crescita di valore .
Se riuscissimo a comprare le aziende growth quando hanno un prezzo ragionevole  , contando sul fatto che i prezzi fluttuano violentemente durante l'anno , e mettessimo in portafoglio aziende value  scelte con lo stesso criterio potremmo quindi avere maggiori probabilità di successo ? Molti ricercatori dicono di sì , ma si tratta di mettere in pratica la teoria .


lunedì 5 maggio 2008

Strategie di investimento

Anche oggi i soliti articoli sui giornali con le solite strategie : growth o value anche se molte volte non vengono definite in questo modo .
Growth : comprate azioni che hanno alte prospettive di crescita anche se le loro quotazioni sono elevate rispetto alla loro redditività .
Value : comprate azioni se possibile sottovalutate (rispetto ai loro utili o al loro valore patrimoniale ) e che diano un elevato rendimento . 
Nel primo caso rischiate di più , ma le prospettive sono potenzialmente più interessanti .
Nel secondo caso rischiate di meno e ovviamente le prospettive sono un pò meno interessanti.
Tutto questo è alquanto scolastico e non tiene conto delle solite eccezioni che rendono l'investimento in borsa non così semplice come sembra .
Trascuriamo per ora il caso Growth che , in quanto più rischioso ,  si presta a maggiori volatilità e quindi imprevedibilità e facciamo qualche esempio che dimostra quanto è difficile trovare azioni che "garantiscano" risultati .
Prendiamo FABEGE , una società di Real Estate quotata a Stoccolma . E' sempre stata solida , ha sempre distribuito ottimi dividendi . Se esaminata un anno fa avrebbe dimostrato un P/E vicino a 10 , un rendimento al 6% , un prezzo sul valore di libro vicino a 1 : tutti elementi che avrebbero portato ad acquistarla conseguendo alla data attuale una perdita intorno al 30 % !
Oppure prendiamo DSG , una società di distribuzione quotata a Londra . Praticamente la stessa storia di Fabege e più o meno gli stessi indicatori : anche questa avrebbe potuto essere acquistata un anno fa , basandosi sui risultati del passato , conseguendo una perdita  del 66% !
Si potrebbe obiettare che , se la società è solida , si può anche resistere alla tentazione di vendere , e perseverare mantenendola in portafoglio  . Cosa si intende per società solida ? Può essere sufficiente una società che abbia manifestato una costanza nel fare profitti negli anni ed abbia debiti finanziari non superiori al proprio patrimonio netto ? E per quanti anni "resistere" se la società non torna ai valori precedenti ? 
Un ultimo caso: Outokumpu , quotata ad Helsinki , stessi fondamentali , in poco più di un anno è passata da 30 € a 18 € e poi a 32 € .
Obiezione a questi casi : non bisogna ragionare sui singoli casi , ma avere un portafoglio .
Ma quanto è sicuro?