Nessuna di queste mette del tutto in evidenza i parametri che usa , come li usa (ad esempio quale peso dà a ciascuno di questi parametri nella scelta delle azioni da acquistare). Ormai sappiamo che i parametri sono quelli di cui abbiamo parlato nelle Strategie di investimento 1 , a cui potremmo aggiungere il ROE oppure il ROA , il P/CF (price to cash flow) , il margine % , ecc.
Uno dei maggiori specialisti è Haugen che utilizza addirittura circa 70 parametri . Un altro molto noto negli ultimi tempi è Greenblatt che si posiziona all'opposto nella scala selezionando solo 2 parametri : la sua notorietà è dovuta alla pubblicazione di un suo libro "A little book that beats the market" che è stato recentemente tradotto in italiano . Entrambi , come altri , dichiarano di ottenere ed avere ottenuto performance eccellenti e decisamente superiori agli indici di mercato .
E' interessante notare che per Greenblatt è stato aperto un dibattito e sono state avviate molteplici ricerche per capire se sia dimostrabile quanto lui afferma . Su queste ricerche andrebbe fatta una considerazione preliminare : è sempre difficile per un concorrente (sia esso un professore o un altro fornitore di servizi) parlare bene di un altro . A titolo di esempio : tra il 1996 ed il 2002 Greenblatt sostiene di avere avuto un ritorno annuo del 16,4 % contro un circa 6% dello S&P500 , mentre Haugen lo ha ricalcolato al 10 % e sostiene che con la sua formula ha avuto un ritorno del 17 % .
Ciò premesso , vi sono diverse osservazioni molto serie e fondate sulle banche dati utilizzate , il loro costo per il comune mortale , il trattamento delle aziende fallite , il contenuto dei componenti dei due fattori presi in esame da Greenblatt , ecc . che fanno pensare che la soluzione a tutti i dolori di un comune risparmiatore sia stata trovata (come lo stesso autore ad un certo punto dichiara nel suo libro).
Va anche detto che lo stesso Greenblatt nel suo libro dà alcuni suggerimenti al comune mortale che volesse fare da sè , ed individua due parametri su cui fare leva : il P/E ed il ROA . E va aggiunto che esistono dei siti sia per le azioni USA che per quelle EURO che mettono in ordine alfabetico le imprese migliori secondo le sue formule .
Nel primo caso , deciso che si vuole investire 100.000 € in 20 azioni , si tratta di selezionare ogni trimestre 5 azioni che hanno il P/E più basso ed il ROA più alto , tenerle in portafoglio per un anno e poi rivenderle ; con alcune avvertenze che gli interessati potranno trovare sul suo libro . Nel secondo caso bisogna selezionare le imprese a proprio piacimento e , come nel primo caso , rivenderle dopo un anno .
Chi vuole divertirsi con questi parametri può cercare in rete i diversi tentativi di altri "dilettanti" e controllare se le soddisfazioni sono state poche o molte . In effetti va detto che il tempo passato fino ad ora dall'avvio di test "indipendenti" è breve e quindi i risultati attuali potrebbero non essere significativi .
Va anche fatto rilevare che con questo sistema è probabile che gli istituti finanziari , le utilities e le grandi aziende vengano escluse ; le prime due categorie vengono estromesse a priori da Greenblatt (ma lo sarebbero anche di fatto per il ROA) , per le terze basta guardare sui data base disponibili per rendersi conto che il numero di quelle che supera il 20% di ROA (suggerito da Greenblatt ) è veramente scarso , se si vuole anche un P/E basso .
Una attesa fideistica in queste formule va quindi evitata e forse va ricercato un mix tra approcci come questi , supportati dalla analisi fondamentale , con la analisi grafica , che potrebbe aiutare a scegliere i momenti giusti per acquistare o vendere un titolo . Ad esempio si potrebbe controllare cosa potrebbe accadere se non ci attenesse strettamente al durata di mantenimento di ogni singolo titolo e si potrebbero testare diverse formule per trovare il mix giusto tra due fattori tipo P/E e ROA : è infatti quasi impossibile che l'azione con il P/E più basso abbia anche il ROA più alto.
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