domenica 30 novembre 2008

investimenti azionari Le performance a confronto . P/E e ROE danno buone performance?

La scorsa volta abbiamo parlato dei dividendi .
Questa volta vediamo se due indicatori come il P/E atteso ( cioè basato sul prezzo attuale e gli utili per azione previsti per fine esercizio in corso ) ed il ROE dell'anno scorso possono fornire indicazioni utili . Utilizzo per primo il ROE dell'anno scorso ed il P/E atteso perchè sono dati facilmente reperibili sui giornali specializzati per il Dow Jones , l'Eurostoxx50 e l'SPMIB (ad esempio su Borsa & Finanza).
Cosa voglio valutare ? Il metodo di Haugen , semplificandolo .
Haugen utilizza questo sistema : prende le aziende più capitalizzate del mercato (3000 per ognuna delle tre aree mondiali) , sceglie le prime 50 in base ad una sua classifica di ritorni attesi , basata su indicatori di redditività , di volatilità (preferendo le meno volatili) e di prezzo rapportato ad utili / cash flow / patrimonio , ecc. Ogni mese cambia 4 azioni del portafoglio , vende le più basse in classifica e, con il ricavato , compra quelle più alte tra quelle fuori lista distribuendo equamente l'importo. E' un pò come Greenblatt , che però lo fa trimestralmente utilizzando solo due parametri .
In uno studio , Haugen sostiene che il metodo semplificato di Greenblatt rende meno del suo e che , volendo proprio copiarlo , varrebbe la pena di ridurre il numero di azioni da tenere sotto controllo.
E' quello che verifico .
Partendo da luglio di questo anno prendo tre portafogli : DJI , EUStoxx50 , SPMIB , scelgo i primi 10 titoli di DJI e SPMIB e 13 di EUStoxx50 basandomi sulla migliore combinazione P/E e ROE , poi ogni mese vendo quelle uscite dalle prime e , con il ricavato , compro quelle entrate .
Una ultima importantissima osservazione : il campione di osservazioni deve essere molto ampio . Non si può valutare la bontà di una strategia sulla base di pochi mesi . Nelle rilevazioni pluriennali di Haugen ed altri si può vedere che queste strategie performano meglio del mercato , ma mediamente , nel senso che alcuni anni vanno molto meglio ed altri vanno un peggio .
Ecco i dati da luglio a novembre:
DJI . Iil portafoglio ha sottoperformato DJI del 7%
EUStoxx50. Il portafoglio ha sottoperformato EUStoxx dell'8%
SPMIB. Il portafoglio ha sovraperformato SPMIB del 7% (nei mesi precedenti aveva sempre sottoperformato).

giovedì 20 novembre 2008

investimenti azionari Le performance a confronto : i dividendi rendono le azioni meno volatili ?

Tutte le ricette e le teorie relative ai mercati azionari sono messe in discussione .
Un modo per vedere se funzionano è raccogliere dati e poi rifletterci sopra.
La teoria prevalente - a cui anche io faccio riferimento - è il Value Investing , che si basa su una serie di principi che ho menzionato nei miei primi post . Per chi vuole approfondire maggiormente basta fare una ricerca sul value investing e leggere quanto scritto da Graham ecc , compreso Buffett .
Sulla base di queste teorie e successive elaborazioni , di cui ho anche parlato , sono state elaborate varie metodologie che hanno comunque un tallone d'achille : si basano su dati che sono non così tempestivamente aggiornati come quelli dei ricercatori ( in genere le ricerche più approfondite e i dati più aggiornati ci sono per il mercato USA) .
Sto quindi accumulando una serie di dati che riguardano i vari mercati , usando informazioni facilmente disponibili , per testare empiricamente se e quale metodologia fornisce performance migliori .
Un primo esempio . Ad ogni inizio anno ci sono giornali e riviste che vi spiegano che , con i Dogs of the DOW , si guadagna più che con i DOW . Significa che , se investite sulle azioni del DOW che danno dividendi più elevati e con regolarità , alla fine dell'anno otterrete un incremento del valore del patrimonio superiore a quello che avreste ottenuto investendo su tutte le azioni del DOW . Stesso discorso vale per i mercati europei o per quello italiano in particolare .
Altro esempio . Sempre gli stessi giornali o anche Graham ed altri ricercatori vi dicono che investire in azioni con grande capitalizzazione vi darà una minore volatilità sia nei guadagni che nelle perdite .
Prendiamo alcuni indicatori : DJstoxx 50 ( che comprende 50 azioni europee tra quelle a maggiore capitalizzazione ) , DJStoxx 600 (che ne prende 600) e DJSelect Dividend 30 ( che prende le 30 tra le 600 con dividendi più elevati e regolari) .
I risultati da inizio anno e da un anno a questa parte :
DJStoxx50 : - 46,24% ; -44,17%
DJStoxx600 : -48,11 % ; -45,94%
DJSelDiv30 : -62,14% ; -60,94 %
I risultati non cambiano , anzi peggiorano se prendiamo gli indici equivalenti a livello mondiale .
DJStoxx Global 1800 : -40,85% ; -38,23 %
DJ Global SelDiv100 : - 52,75% ; -50,89% .
Terrò aggiornati questi indicatori e nei prossimi giorni ne darò altri.

venerdì 14 novembre 2008

Investimenti azionari Una spiegazione grafica della crisi in atto

Cliccando sul titolo vedrete un articolo che spiega come è andata evolvendo la crisi finanziaria

giovedì 13 novembre 2008

investimenti azionari Perchè le nostre banche sono sotto attacco

Riprendo dal Sole24Ore le definizioni dei due principali indici che in questi giorni sono sempre citati:
* IL TIER 1 CAPITAL: rappresenta la quota più solida facilmente disponibile del patrimonio della banca. Il Tier1 Capital Ratio è dato dal rapporto fra il patrimonio di base della banca e le sue attività ponderate in base al rischio. Il var è il metodo per quantificare il livello di rischio e misura la massima perdita potenziale che ci si attende possa essere generata riguardo uno specifico orizzonte temporale.
* IL CORE TIER 1: Indica il Tier 1 Capital al netto degli strumenti ibridi. Ossia al
netto di quegli strumenti finanziari che possono essere emessi dalle banche sotto forma di obbligazioni, certificati di deposito e buoni fruttiferi o altri titoli e sono rimborsati ai sottoscrittori su richiesta dell’emittente con il preventivo consenso della Banca d’Italia.
Dal comunicato stampa di Intesa , dal commento di NUOVO MERCATO , dal commento di TIME sulle ragioni della solidità delle banche canadesi , dai parametri praticati in Canada , dal report di Mediobanca si capisce forse un pò di più perchè le nostre grandi banche stiano soffrendo . E si capisce anche che il loro focus era sulla redditività del capitale più che sulla solidità.
(ASCA) - Roma, 11 nov - Negli ultimi mesi le priorita' dell'istituto sono state ''il rafforzamento della solidita' del gruppo e della sostenibilita' dei suoi risultati''. Il livello di patrimonializzazione indicato nel piano per il 2009 Core Tier 1 al 6% ''sarebbe adeguato'' ma per evitare che ''il gruppo Intesa Sanpaolo venisse percepito come non adeguatamente patrimonializzato'' l'istituto ha deciso di ''rafforzare rapidamente i coefficienti patrimoniali''.
(IL NUOVO MERCATO)- Senza la cancellazione del dividendo 2008 il Tier 1, l'indice della solidità patrimoniale delle banche, si sarebbe attestato al 5,2%, molto al di sotto del 5,7% atteso. Grazie all'eliminazione del dividendo il Tier 1 si attesterà al 6,9%, mentre il Core Tier 1 al 6,2%, quindi sopra il 6% considerato il livello di sicurezza. Il dato è molto negativo, perchè evidenzia come l'istituto bancario sia molto più esposto di quanto previsto dal mercato.

(TIME) - Unlike banks in the U.S., Britain and Germany, which needed to be bailed out with hundreds of billions of dollars in new capital, Canada's major banks are solid and solvent. They don't need any help to work through their subprime exposure.
Consider that the Geneva-based World Economic Forum, an influential think tank whose annual conference attracts the likes of Bill Gates and Tony Blair, earlier this month ranked Canada's banking system as the soundest in the world. The U.S. came in at No. 40, and Germany and Britain ranked 39 and 44, respectively.
The average capital reserves for Canada's Big Six banks — defined as Tier 1 capital (common shares, retained earnings and non-cumulative preferred shares) to risk-adjusted assets — is 9.8%, several percentage points above the 7% required by Canada's federal bank regulator.
(SOLE 24 ORE) - Le principali banche italiane hanno indici patrimoniali inferiori alla media dei big europei. Lo indica uno studio di R&S Mediobanca. I sei principali istituti di credito della Penisola al giugno 2008 avevano in media un coefficiente di solvibilità del 9,8% contro il 12% europeo, un Tier 1 del 6,2% (contro 8,9%) e un core Tier 1 del 6,8% (contro 6%).

lunedì 10 novembre 2008

investimenti azionari Aggiornamento di portafoglio

Oggi ho aggiornato il portafoglio sulla base dei risultati delle trimestrali .
Non ci sono segnali ,come ho già detto nei giorni precedenti, che la situazione sia cambiata ; per questo motivo non modifico la mia esposizione sui mercati . L'importo derivante dalle vendite dei titoli che al momento giudico i peggiori del mio portafoglio viene reinvestito in azioni che al momento giudico migliori.
Le azioni più interessanti sono sempre quelle petrolifere e delle materie prime , ma ne ho già tante in portafoglio .
Ho quindi mantenuto quasi inalterato l'equilibrio di portafoglio . Ho venduto Swisscom e Italcementi risparmio ; ho comprato KPN , Buzzi risparmio ed ho leggermente incrementato la mia posizione su un ETF sui mercati emergenti.

venerdì 7 novembre 2008

investimenti azionari Finanza e mercati

La finanza non scherza : si vedano le oscillazioni di questi giorni anche a fronte dei tagli ai tassi (avete notato che i "finanzieri" non sono mai contenti ? A fronte di qualunque taglio dei tassi si continua a ripetere che non sono sufficienti , che ci si aspettava di più). In compenso l'Euribor continua a scendere ( e questa è una buona notizia ) ed anche il differenziale di tassi tra Italia e Germania scende . Alcuni amici mi dicono che sono tentati da qualche acquisto di azioni ; la mia risposta è sempre la stessa : investi la cifra di cui sai che potrai fare a meno per i prossimi 2-3 anni e , se vuoi correre meno rischi , segui alcuni principi (ad esempio quelli da me citati sotto la voce strategie di investimento ). Io comunque continuerò ad aggiornare il mio portafoglio ; sto solo aspettando che si completi il ciclo delle trimestrali .
I mercati scherzano ancora meno : si veda l'andamento delle vendite annunciato in molti settori ( ed alcuni non dicono tutta la verità ....) Tutti si chiedono quanto durerà questa fase . La risposta più tempestiva la darà , come al solito , la finanza : quando gli indici torneranno al bello stabile lo faranno con almeno un semestre in anticipo rispetto alla congiuntura . Vi chiederete , ma come si fa a capire quando il bello è stabile ? Ne parleremo quando si comincerà a vedere qualche schiarita ; intanto , se qualcuno di voi ha idee brillanti le condivida con gli altri.....